giovedì 7 ottobre 2010

Un giorno assieme alla scimmia


Prima di proseguire il racconto delle situazioni romane, colgo l'occasione di recuperare un evento successo un lunedì di circa 10 giorni fa. Qualche giorno prima ci contatta il Centro della Pace di Bolzano per segnalarci un iniziativa e per chiederci se riuscivamo a coinvolgere i ragazzi del nostro Centro Giovani. Si trattava fondamentalmente di dipingere un murales.

Noi operatori del Charlie Brown (il centro giovani) eravamo entusiasti nonostante lo scarso preavviso. Andare a dipingere un murales è nelle nostre corde, quindi dopo un po di chiamate, qualche ragazzo siamo riusciti ad accattare. Il lunedì ci si reca alla Libera Università di Bolzano per andare ad iniziare. Lì incontriamo il coordinatore ed ideatore del progetto, tale Eduardo "Mono" Carrasco, esponente della scena dei muralisti cileni in esilio in Italia si dagli anni settanta.

Carrasco è un omino favoloso, diretto, senza peli sulla lingua. Ci spiegò che questi due murales (su pannello) erano già muniti di disegno a matita fatto da lui e che noi dovevamo dipingere sopra seguendo uno schema ben preciso. Quindi di si mette all'opera a s'inizia a dipingere tutti assieme. Esperti e non, coinvolti ed improvvisati. Il murales del popolo, come lo chiamava Carrasco.

Dopo ben 7-8 ore di lavoro, 10-12 partecipanti e un sacco di colore usato, abbiamo finito i due murales giusto in tempo per poi portarli in Aula Magna dell'Università. Lì sarebbero stati esposti durante la conferenza con Marcos Ana. Per chi non lo sapesse, Marcos Ana è un allegro signore di 91 anni, filosofo, pensatore, poeta che fu imprigionato per 23 anni sotto il regime franchista in Spania. Una volta liberò frequentò persone del calibro di Neruda, Castro, Che, Picasso , ecc ecc.

Correva l'anno 1961, Carrasco dedicò un murales a Marcos Ana. 39 anni dopo, a Bolzano, la cosa si ripete. Marcos Ana, in videoconferenza, sembrava felice, tosto, arzillo.

E' stata un esperienza importante, non solo per le persone coinvolte, ma soprattutto per il confronto diretto con un muralista che ne sa a pacchi più di me. Per i colori usati, per l'approccio al mezzo, per la collettività dell'opera.
A 33 anni mi scopro avere voglia ancora di imparare.

PS: "Mono" in cileno, vuol dire scimmia.

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