venerdì 26 dicembre 2008

Odio


(Che Frusto!'s World)

Odio:
c'era una volta un piccolo Principe. Aveva un piccolo castello situato in un piccolo regno. Gli abitanti del piccolo regno erano molto piccoli e avevano esigenze piccole piccole. Il piccolo Principe aveva un piccolo problema. Suo padre, prima di morire gli sisse: "Prendi moglie... ahhhhhhhh..." e spirò. Qualche minuto dopo il fastoso, se pur piccolo, funerale, il piccolo Principe prese moglie, ma questa non era molto d'accordo ed ottenne il divorzio qualche nanosecondo dopo. Il neosovrano non si demoralizzò e prese in sposa una sua cortigiana, ma anch'essa divorziò alla velocità della luce. La terza moglie del piccolo Principe si chiamava Irina ed era una badante russa. Firmò le carte del matrimonio e del divorzio contemporaneamente. Gugna, detta anche la quarta, divorziò ancor prima di arrivare all'altare. La quinta candidata non arrivò mai perchè la giornata era finita ed il piccolo Principe non era molto in forma, dato che in mattinata aveva seppellito l'amato padre.
Visse felice e solo.
In un paese vicino, ma decisamente più grande, il Grande Puffo volle fare una riunione generale con tutti i suoi concittadini. C'era un'importante questione sulla quale discutere. Il Grande Puffo disse: "Amici! Puffi! Ho scoperto un grave fatto! Ed è questo! Dove sono finiti gli ormoni maschli? La cosa non ha senso. Non abbiamo femmine nel villaggio. C'è solo Puffetta. Dovremmo voler saltarle addosso dalla mattina alla sera! Ma niente! Nada de nada! La stiamo ignorando e lei è diventata una Figlia di Saffo. Amici! Cosa ci è successo? Dove sono finiti i nostri ormoni?!". "A noi ci piaci tu!", disse uno dei cloni Puffi.
Vissero felici ed in, piacevole, compagnia.
In un paese non troppo lontano dagli altri due, c'era un tizio felice e molto allegro. Si chiamava Odio. Nel giro di pochi giorni invase i paesi vicini, detronizzò il piccolo Principe, mise i Puffi nella fabbrica di Babbo Natale e fece conoscere Barbie a Puffetta. Gli piacevano le cose con i nani.
Odio odora di inevitabile pugno in faccia.

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